Handel La resurrezione

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LA RESURREZIONE, oratorio in 2 parts (HWV 47) 1st per. Apr 8, 1708, at Rome Libretto by Carlo Sigismondo Capece (1652-1728), court poet to Queen Maria Casimira of Poland, who was living in exile in Rome. PART ONE – 0:03 I. Sonata (Overture) II. Aria: Disserratevi, o porte d’Averno [Angelo] III. Rec: Qual’insolita lace IV. Aria: Caddi è ver, ma nel cader [Lucifero] V. Rec: Ma che veggio VI. Aria: D’amor fu consiglio [Angelo] VII. Rec: E ben, questo tuo Nume VIII. Aria: O voi, dell’Erebo [Lucifero] IX. Rec: Notte, notte funesta X. Aria: Ferma l’ali [Maddalena] XI. Rec: Concedi, o Maddalena XII. Arioso: Piangete, si piangete [Cleofe] XIII. Rec: Ahi, dolce mio Signore XIV. Duetto: Dolci chiodi – Cara effigie addolorata [Maddalena, Cleofe] XV. Rec: O Cleofe, o Maddalena XVI. Aria: Quando a parto dell’affetto [San Giovanni] XVII. Rec: Ma dinne, e sarà vero XVIII. Aria: Naufragando va per l’onde [Cleofe] XIX. Rec: Itene pure, o fide XX. Aria: Così la tortorella [San Giovanni] XXI. Rec: Se Maria dunque spera XXII. Aria: Ho un non so che nel cor [Maddalena] XXIII. Rec: Uscite pure, uscite XXIV. Coro: Il Nume vincitor PART TWO – 1:01:01 XXV. Introduzione XXVI. Rec: Di quai nuovi portenti XXVII. Aria: Ecco il sol [San Giovanni] XXVIII. Rec: Ma ove Maria dimora XXIX. Aria: Risorga il mondo [Angelo] XXX. Rec: Di rabbia indarno freme XXXI. Aria: Per celare il nuovo scorno [Lucifero] XXXII. Rec: O come cieco – Duetto: Impedirlo saprò- Duro, duro e il cimento [Lucifero, Angelo] XXXIII. Rec: Amica, troppo tardo XXXIV. Aria: Per me già di morire [Maddalena] XXXV. Rec: Ahi, abborrito nome XXXVI. Aria: Vedo il Ciel che piu sereno [Cleofe] XXXVII. Rec: Cleofe, siam giunte al luogo XXXVIII. Rec: Sì, sì cerchiamo pure XXXIX. Aria: Augelletti, ruscelletti [Cleofe] XL. Rec: Dove sì frettolosi XLI. Aria: Caro Figlio [San Giovanni] XLII. Rec: Cleofe, Giovanni, udite XLIII. Aria: Se impassible, immortale [Maddalena] XLIV. Rec: Sì, sì col redentore XLV. Coro: Diasi lode in Cielo Performed by Collegium Cartusianum dir. Peter Neumann

PARTE PRIMA Sonata

Scena Prima

Aria

ANGELO
Disserratevi, o porte d’Averno,
e al bel lumed’un Numech’è eterno
tutto in lampi si sciolgal’orror!
Cedete, orride porte,
cedete al Rè di Gloria,
che della sua vittoria
voi siete il primo onor!

Recitativo Accompagnato

LUCIFERO
Qual’insolita luce
squarcia le bende alla tartarea notte?
Qual’eco non piùudita
con armonia gradita
fa intornorisonar le Stigiegrotte?
Se son del mio valore
gliapplausi, giustisono!
Oggi, che vincitore,
cittadinid’Abisso, a voiritorno;
e già mi vendicai con fiero sdegno
chi perder già mi fe’ de’ Cieliil Regno!

Aria

Caddi, e ver, manelcadere
non perdeiforzanéardire.
Per scacciarmedelleSfere
se piùforteallor fu Dio,
orfatt’uomo, al furor mio
per ceduto ha con morire.

Recitativo Accompagnato

LUCIFERO
Ma cheveggio?
Di spirti a me nemici,
como un sìfoltostuolo,
per quest’ aureannegriti,
da’ mieirespiri, osa portare ilvolo?

ANGELO
De’ tenebrosichiostri,
tacete, orridimostri!
Dileguatevi, o larve! ombre, sparite!,
e dell’eterno Re le leggiudite.

Recitativo

LUCIFERO
Chi sei? Chi è questo re,
che doveioregno a penetrar s’avanza?

ANGELO
È Re di Gloria, è Re possente e forte,
cui resister non può la tua possanza.

LUCIFERO
Se parli di chipenso,
puroggi a mortespinto,
negar non puòch’ilmiopoterl’havinto.

ANGELO
Come ciecot’inganni, e non t’avvedi
che se morìchi èdella vita autore,
non fu per opratua, ma sol d’amore.

Aria

D’amor fu consiglio
che al Padre nelFiglio
l’offesapagò,
per rendere all’uomo
la vita ch’un pomo
gustatoinvolò.

Recitativo

LUCIFERO
E ben, questo tuoNume,
dell’uomo innamorato,
e che per lui svenato
oggi volle morir, che più presume?
L’omaggio a me dovuto,
se a rendermi qua giù muove le piante,
venga. Ma se pretende…

ANGELO
Taci, che or lo vedrai,
mostro arrogante!
Vedrai come delusa
da Lui fugge la Morte;
vedrai come confusa
lo rimira la Colpa;
vedrai come aterrita
si nasconde la Pena;
vedrai como tu stesso
tremerai genuflesso
al suo gran Nome.

LUCIFERO
Io tremante! iosìvile!
e quando? e come?
Sconvolgerò gl’Abissi,
dalsuo centro commossa
dissiperò la Terra,
all’ariacoirespiri,
al fuococoisospiri,
con glianeliti al Ciel muoverò guerra!

Aria

O voi, dell’Erebo
potenze orribili,
su, meco armatevi
d’ira e valor!
E dell’Eumenidi
gliangui terribili,
con fieri sibili,
ai Cieli mostrino
ch’hanno i suo ifulmini
gli Abissiancor!

Scena Seconda

Recitativo Accompagnato

MADDALENA
Notte, notte funesta,
che del divino Sole
con tenebre di duol piangil’occaso,
lascia, lascia che pian gaanch’io,
e con tirano sopor,
al giusto dolor mio,
deh, non turbar l’affanno!

Aria

Fermal’ali, e sui mieilumi
non volar, o sonno ingrato!
Se presumi, se presumi
asciugarme il mesto pianto,
lascia pria che piangan
quanto sangue ha sparso in fiumi
il mio Dio, per me svenato.

Recitativo

CLEOFE
Concedi, o Maddalena,
qualche tregua al martire,
che un continuo laguire
può con la tua vita anche scemar la pena;
e per un Dio ch’èmorto
così, giusto è ’ldolore
che non convien di renderlo più corto.

MADDALENA
Cleofe, in vano al riposo
tu mi consigli,ed al mio core amante,
sarebbe più penoso ogni momento
chepotesse restar senza tormento.

CLEOFE
Se il tuo giusto cordoglio
sol di pene ha desio,
trattenerlo non voglio,
ma solo unire al tuol’affanno mio.

Aria

Piangete, sì, piangete,
dolentimie pupille,
e con amare stille,
al mortomio Signor
tributo di dolor
mesterendete!
Piangete, sì piangete,
che mentr’Eglispargea
tutto il suo sangue in Croce,
morendo sol dicea
di pianto: ho sete.
Piangete, sì, piangete.

Recitativo

MADDALENA
Ahi, dolce mio Signore,
le tue venegià vuote
chiedan di poco umore
momenta neo ristoro,
e il barbaro Israele
bevanda sol di fiele
ti porse:
io lo rammento e pur non moro?

CLEOFE
Ahi, popolo crudele, popolo ingrato!
chi per te giàdisciolse
duri macigni in liquidi torrenti
di purissimiar genti,
poche stille ti chiede;
tu glidai mercede
un sì amaro liquore;
e in rammentarlo non si spezzail core?

MADDALENA
O crude rimembranze!

CLEOFE
O funeste memorie!…

MADDALENA
… tormenta temipur!…

CLEOFE
… sì, sì, seguite…
ad accrescermi i lduol…

MADDALENA
… che nel tormento…

CLEOFE
… che nell’angosciaria…

MADDALENA
… io godo ancor…

CLEOFE
… sollievo ancora io sento.

MADDALENA
Se col pensiero afflitto
vòlu singando almeno
il mio desire, e parmia vernel seno
qual che martir del mio Gesù trafitto.

CLEOFE
Se nell’afflitta mente
hoilmio Gesù presente,
e benché esangue e dimpiagato, parmi
che basti il volto suo per consolarmi.

Aria

MADDALENA
Dolci chiodi, amate spine,
da quel piedi e da quel crine
deh, passatenel mio sen.

CLEOFE
Cara effigie addolorata,
benché pallida e piagata,
seimia vita, seimioben.

MADDALENA
Dolci chiodi, amate spine!

CLEOFE
Cara effigie addolorata!

MADDALENA, CLEOFE
Cara effigie addolorata,
benché pallida e piagata,
seimia vita, seimio ben.

Scena Terza

Recitativo

SAN GIOVANNI
O Cleofe, o Maddalena,
del mioDivin Maestro amanti amate,
o quant’ invidio, quanto,
quelle che ora versate
stille di puro amor, più che de pianto;
spero presto vederle
per coronare ilmio Signor risorto,
da rugiade di duol cangiarsi in perle.

MADDALENA
Giovanni, tu che fosti
del mio Gesù discepolo diletto,
e degl’arcani suoi
segretario fedel, solo tu puoi
di spemepiù tranquilla
ravvivar nel mio senqualche scintilla.

SAN GIOVANNI
Già la seconda notte
da ch’Eglie stinto giacque,
col carrosuo di tenebroso gelo
tutta varcò la sommità del Cielo,
e del Gange su l’acque
attende già la risvegliata aurora
del nuovoSoleil lucido ritorno;
mail nostro Sole ancora
a noi tornar promise il terzo giorno.
Consoli dunque il vostro cor che geme
una sì bella e sìvicinas peme.

Aria

Quando è parto dell’affetto
il dolore in nobil petto,
non estingue la costanza.
Quando è figlia della Fede
mai non cede
al timore la speranza.

Recitativo

CLEOFE
Madinne, e sarà vero
che risorga Gesù?

SAN GIOVANNI
S’Eglil’ha detto,
chimai di menzognero
osseràd’arguir labbro divino?

MADDALENA
Su, dunque andiamo, e priach’il mattutino
raggio dell’orizzonte il lemboindori,
andiam non osservate al sacro avello,
che almen potremo in quello,
con balsami e dodori,
unger la fredda esanimatas alma
di chi fu già per noi la Vita e l’Alma.

CLEOFE
Pronta a seguirti io sono;
ma speranza meglior mi rende ardita,
e di Giovanni ai detti
spero viva trovar la nostra Vita.

Aria

Naufragando va per l’onde,
debo llegno, e si confonde
nel periglio anche il nochier.
Ma se vede poi le sponde,
lo conforta nuova speme,
e del vento più non teme
né del mar l’impetofier.

Recitativo

SAN GIOVANNI
Itene pure, o fide
amiche donne, al destinato loco,
ch’iviforse potrete
del vostro bel desio trovar le mete,
mentr’io torno a colei che già per Madre
mi diènell’ultim’ore
del suo penoso agone il mio Signore.

MADDALENA
A lei ben opportuno
il tuo soccorso fia,
che in così duro scempio
qualsia la pena so per la mia.

SAN GIOVANNI
Ben d’ogn’altro più grande
fuil dolor di tal Madre
di tal Figlio alla Morte;
mad’ogn’altro più forte
ebbe in soffrirlo in petto; edor constante
e ferma più d’ogn’altra ha la speranza
di vederlo risorto, e se l’ottiene
la gioia allor compenserà le pene.

Aria

Così la tortorella
talor piange e silagna,
perché la sua compagna
vede, ch’augel feroce
dal nido glirubò.
Ma poi libera e bella
se ritornar la sente,
compensa in lieta voce
quel gemito dolente
che mesta già formò.

Recitativo

MADDALENA
Se Maria dunque spera,
e spera ancor Giovanni,
anch’io dar voglio con sì giusta speme
qualche tregua a gli affanni;
ma pure chi ben ama sempre teme,
e nell’amante mio misero core,
benché speranza regni,
bandir non può il timore.
Orde glio posti affetti,
a chi debba dar fede
vedrò volgendo il piede
all’adorato speco,
tomba del mio Gesù; vada Giovanni
a consolar Maria; Cleofesia meco.

Aria

Ho un non so chen el cor
che in vece di dolor,
gioia mi chiede.
Mail core, uso a temer
le voci del piacer,
o non intende ancor,
o inganno di pensier
forse le crede.

Scena Quarta

Recitativo

ANGELO
Uscite, pure, uscite
dall’oscura prigione,
ove sì lunga ed orrida stagione
questo giorno attendeste, anime belle!
Uscite, pur, e uscite
a vagheggiare, a posseder le stelle!
Di quel Signor che ha vinto
per voi la Morte e ‘lcontumace Averno,
il trionfo seguite.
E poi primi venite,
o primi padri delle umane genti,
nés’odan più lamenti
del vostro antico errore,
orch’ebbe in sorte un tanto Redentore.
Seguano gl’altripoi,
e per l’orme di luce
che del divino Duce
il glorioso piè stampa nell’ombre,
da questo centro squallido e profondo
sorgan con Lui sovra l’aperto Mondo.
Ma con eco festivo,
replichi prima il lor devoto labbro:

CORO

ANGELO
Il Nume vincitor
trionfi, regni e viva!

ANGELI
Il Nume vincitor,
trionfi, regni e viva,
un Dio vincitor!

ANGELO
Viva e trionfi quel Dio così grande
che i Cieli spande,
che al Sol da splendor.

ANGELI
Viva e trionfi quel Dio così grande
che i Cieli spande,
che al Sol da splendor.
Per cui Cocito
geme aterrito
da cui fu vinta la Morte ancor.
Viva e trionfi quel Dio così grande
che i Cieli spande,
che al Sol da splendor.

ANGELO
Il Nume vincitor
trionfi, regni e viva!

ANGELI
Il Nume vincitor,
trionfi, regni e viva,
un Dio vincitor!

PRIMERA PARTE  Sonata

Primera Escena

Aria

ÁNGEL
¡Abríos, oh puertas del Averno,
y que hermosa luz del Dios eterno,
con relámpagos, disipe el horror!
¡Ceded, horribles puertas,
ceded al Rey de la Gloria,
pues de su victoria
sois su principal honor!

Recitativo Acompañado 

LUCIFER
¿Qué inusitada luz
rasga las vendas de la infernal noche?
¿Qué eco jamás escuchado,
de grácil armonía,
resuena en la gruta Estigia?
¡Si a mi valor se deben los aplausos,
justos son!
¡Hoy, victorioso,
habitantes del Abismo, a vosotros vuelvo;
pues con furia me vengué
de quien me hizo perder el Reino del Cielo.

Aria

Caí, es cierto, pero al caer
no perdí fuerza ni valor.
Y si más fuerte fue Dios
al arrojarme del Cielo,
cede ahora a mi furor
el hombre con perecer.

Recitativo Acompañado

LUCIFER
¿Qué veo?
¿Una espesa turba de espíritus adversos,
sobre estas ennegrecidas brisas
a causa de mi aliento,
osa levantar el vuelo?

ÁNGEL
¡De los antros tenebrosos callad,
horribles monstruos!
¡Disipaos, oh sombras! ¡Alejaos, espectros!
Y del eterno Rey escuchad los decretos.

Recitativo

LUCIFER
¿Quién eres? ¿Y quién es ese rey
que se atreve a penetrar donde yo reino ?

ÁNGEL
Es de la Gloria el Rey, Rey poderoso y fuerte,
al cual no puede resistir tu poder.

LUCIFER
Si hablas de aquel que pienso,
hoy mismo a la muerte es conducido.
No puedes negar que mi poder le ha vencido.

ÁNGEL
Como un ciego te engañas, y no ves que
si murió quien es de la vida el creador,
no fue por obra tuya, sino sólo del amor.

Aria

Del amor fue el arbitrio
que al Padre, en su Hijo,
el pecado se pagase,
devolviendo así al hombre la vida
que una manzana mordida
le robase.

Recitativo

LUCIFER
Y bien, ¿es tu Dios ése,
que del hombre enamorado,
y por su mano desangrado,
hoy se propone morir? ¿Qué pretende?
Si la pleitesía que me debe
hace que hasta mí se adelante,
venga pues, pero si quiere…

ÁNGEL
¡Calla y verás,
monstruo arrogante!
Verás, burlada en su huida,
a la Muerte de Él retirarse;
habrás de ver confundida
cómo la Culpa le observa;
y verás cómo se aterra
y de Él se esconde la Pena;
y temblando también verás
cómo te has de arrodillar
ante su gran Nombre.

LUCIFER
¿Temblar yo? ¿Doblegarme?
¿Cuándo? ¿Dónde?
Removeré los infernales antros
y desplazaré el eje terrestre
disipando de la Tierra
el aire respirando
y el fuego suspirando.
¡Y con mi ambición al Cielo llevaré la guerra!

Aria

¡Del Erebo, oh vosotras,
potencias horribles,
vamos, armaos conmigo
de ira y valentía!
¡Y las serpientes terribles
de las Euménides,
con fieros silbidos,
al Cielo muestren
los rayos que las profundidades emanan!

Segunda Escena

Recitativo Acompañado

MARÍA MAGDALENA
Noche, funesta noche,
tú, que del divino Sol
su ocaso lloras con sombras de dolor,
deja, deja que yo también llore,
y con tirano sopor,
de este justo tormento,
¡no impidas, por favor, el sufrimiento!

Aria

¡Sobre mis ojos tus alas no despliegues,
oh sueño ingrato, ni vueles!
Si acaso pretendes conmigo
enjugar el triste llanto,
deja que antes llore tanto
como ríos de sangre ha vertido
mi Dios, por mi culpa desangrado.

Recitativo

MARÍA DE CLEOFÁS
Concédele, ¡oh Magdalena!
tregua a tu padecer,
pues de tanto languidecer,
con tu vida, incluso, puede acabar la pena;
que por un Dios que así murió
justo es sentir un dolor
que no nos conviene acortar.

MARÍA MAGDALENA
María, en vano a descansar me invitas,
pues para mi amante corazón,
más penoso sería cualquier momento
en que pudiese yo olvidar mi sufrimiento.

MARÍA DE CLEOFÁS
Si tu justo penar
sólo de sufrir provoca el deseo,
yo distraerlo no quiero,
sino unirme a tu pesar.

Aria

¡Llorad, sí, llorad,
ojos míos y doleos,
que con amargas lágrimas,
a mi Señor ya difunto,
rindiendo sentido tributo,
tristes habréis de tornar!
¡Llorad, sí, llorad,
pues mientras Él vertía
toda su sangre en la Cruz,
muriendo solo decía llorando:
tengo sed.
¡Llorad, sí, llorad!

Recitativo

MARÍA MAGDALENA
¡Ay, mi dulce Señor,
que, con tus venas ya vacías,
por calmarte pedías
tan sólo un poco de agua!
Pero el bárbaro Israel
sólo por bebida,
hiel te diera:
¿Y que yo al recordarlo no muera?

MARÍA DE CLEOFÁS
¡Ay, pueblo cruel, pueblo ingrato!
Él, que por ti licuó
en torrentes de plata pura
las rocas más duras,
pocas lágrimas te pidió;
y tú se lo pagaste
con tan amargo licor.
Y al recordarlo, ¿no se te abre el corazón?

MARÍA MAGDALENA
¡Oh, crueles pensamientos!

MARÍA DE CLEOFÁS
¡Oh, funestos recuerdos!

MARÍA MAGDALENA
… a atormentarme acudid!

MARÍA DE CLEOFÁS
… sí, sí, persistid
y acrecentad mi sufrimiento.

MARÍA MAGDALENA
… pues con este tormento…

MARÍA DE CLEOFÁS
… pues en este angustioso trance…

MARÍA MAGDALENA
… todavía encuentro gozo…

MARÍA DE CLEOFÁS
… consuelo todavía siento.

MARÍA MAGDALENA
Si con el pensamiento afligido
puedo alentar al menos mi deseo,
pareciera que mi pecho sintiera,
de mi lacerado Jesús, el martirio.

MARÍA DE CLEOFÁS
Si en mi afligida mente
tengo a mi Jesús presente,
aunque torturado y exangüe,
me basta pensar en su rostro para consolarme

Aria

MARÍA MAGDALENA
Dulces clavos, amadas espinas,
de aquellos pies y esos cabellos,
dejad mi pecho traspasado.

MARÍA DE CLEOFÁS
Querida imagen dolorida,
aunque pálida y herida,
eres mi vida, eres mi bien.

MARÍA MAGDALENA
¡Dulces clavos, amadas espinas!

MARÍA DE CLEOFÁS
¡Querida imagen dolorida!

MAGDALENA, MARÍA DE CLEOFÁS
Querida imagen dolorida,
aunque pálida y herida,
eres mi vida, eres mi bien.

Tercera Escena

Recitativo

SAN JUAN
¡Oh, María de Cleofás! ¡Oh, Magdalena!
De mi divino Maestro amadas amantes,
¡Oh, cuánto envidio, cuánto,
las lágrimas que derramáis,
más de puro amor que de llanto!
Pronto podré verle
y coronar a mi Señor resucitado
con su doloroso sudor en perlas transformado.

MARÍA MAGDALENA
Juan, tú que fuiste
de mi Jesús discípulo querido,
y de sus secretos confidente fiel,
tan solo tú podrías
reavivar en mi pecho
una brizna de dulce esperanza.

SAN JUAN
Esta es ya la segunda noche
desde que Él, extinto, yace.
Ya la aurora, en su carro de tenebroso hielo,
surcó la inmensidad del Cielo,
y sobre las aguas del Ganges
espera, ya despierta,
del nuevo Sol la luminosa vuelta.
Pero nuestro Sol, al tercer día,
a nosotros prometió que volvería.
Consuele, pues, vuestra alma quejosa
esta nueva esperanza, tan hermosa.

Aria

Cuando parte del afecto
el dolor en noble pecho,
nunca extingue la constancia.
Cuando es hija de la Fe,
jamás habrá de ceder al temor
nuestra esperanza.

Recitativo

MARÍA DE CLEOFÁS
Pero dinos, ¿será verdad
que Jesús resucitará?

SAN JUAN
Si Él lo ha dicho,
¿quién tachará de mentirosa
su divina boca?

MARÍA MAGDALENA
¡Vayamos, pues, antes que el matutino
rayo la línea del horizonte alumbre!
¡Vayamos sin ser vistas al sagrado sepulcro
y al menos allí podremos,
con perfumes y ungüentos,
ungir los fríos y exánimes despojos
de quien vida y alma fue para nosotros!

MARÍA DE CLEOFÁS
Preparada a seguirte estoy;
pues decidida me ha vuelto el esperar,
por las palabras de Juan,
encontrar aún con vida nuestra Vida.

Aria

MARÍA DE CLEOFÁS
Navegando a la deriva la frágil barca va,
y en su miedo al peligro, atúrdese el barquero.
Pero al divisar la orilla,
de nuevo la esperanza siente,
y ni del viento ni del mar
ya no teme su ímpetu fiero.

Recitativo

SAN JUAN
Marchad, pues, ¡oh, fieles mujeres amigas!
al señalado lugar,
pues allí quizás podréis
de vuestro hermoso deseo la meta hallar.
Mientras, yo he de volver con aquella que,
por Madre, en la postrera hora
de su penosa agonía, mi Señor me diera.

MARÍA MAGDALENA
Que tu socorro a ella
oportunamente alcance,
pues en tan amargo trance
bien sé por mí cuán dura es la pena.

SAN JUAN
Más grande que cualquier otro
fue el dolor de aquella Madre
viendo de aquel Hijo la muerte;
pero aún le resultó más fuerte
sufrirlo en su corazón; y aún así constante,
mantiene la firme esperanza
de verlo resucitado; y si a tal punto llegara
entonces la alegría sus penas compensara.

Aria

Así la tórtola
amarga llora y se queja,
viendo que a su pareja
otra ave rapaz
en el nido raptó.
Pero si libre y hermosa,
después retornar la viera,
cambiaría en alegre canto
aquel doloroso llanto
que con tristeza exhaló.

Recitativo

MARÍA MAGDALENA
Si María, por tanto, espera
y también espera Juan,
también yo dar quisiera, con esta justa esperanza,
alguna tregua a mi afán;
pero siempre ha de temer quien bien ama,
y en mi triste y amante corazón,
aunque la esperanza reine,
ahogar no puedo el temor.
¿A cuál de estos contrarios sentimientos
me deba yo confiar?
Lo podré averiguar yendo a la adorada gruta,
tumba de mi Jesús.
¡Vaya, pues, Juan a consolar a María
y quede conmigo la de Cleofás!

Aria

Hay algo en mi corazón
que en lugar de dolor
me impulsa a sentir contento.
Pero mi corazón,
acostumbrado a temer las llamadas del placer,
o todavía no las oye,
o todavía las cree
engaño del pensamiento.

Cuarta Escena

Recitativo

ÁNGEL
¡Salid, vamos, salid
de esta oscura prisión,
donde tan larga y horrible espera
hasta este día sufristeis, oh almas bellas!
¡Salid, vamos, salid
a pasear y dominar las estrellas!
Tras aquel Señor que ha vencido
por vosotros a la Muerte y al Averno rebelde,
en su triunfo, seguid.
Sed vosotros los primeros,
¡oh, padres primigenios del humano género!
y no se oigan más lamentos
por vuestro antiguo pecado,
pues ahora un Redentor os ha sido dado.
Que os sigan después los otros
por la luminosa vía que el divino Guía
va abriendo en las tinieblas
con su pie glorioso.
Y desde este lugar sórdido y profundo,
vuelvan con Él de nuevo al Mundo.
Pero antes, con eco festivo,
repitan sus labios devotos:

CORO

ÁNGEL
¡Que el Dios vencedor
triunfe, reine y viva!

ÁNGELES
¡Que el Dios vencedor
triunfe, reine y viva,
el Dios vencedor!

ÁNGEL
Viva y triunfe este Dios tan grande
que a todos el Cielo abre,
y al Sol confiere su esplendor.

ÁNGELES
Viva y triunfe este Dios tan grande
que a todos el Cielo abre,
y al Sol confiere su esplendor.
Por Él,
el Cocito se lamenta aterrado,
pues en sus orillas la Muerte ha aniquilado.
Viva y triunfe este Dios tan grande
que a todos el Cielo abre
y al Sol confiere su esplendor.

ÁNGEL
¡Que el Dios vencedor
triunfe, reine y viva!

ÁNGELES
¡Que el Dios vencedor
triunfe, reine y viva,
el Dios vencedor!

Digitalizado y traducido por:
Francisco Such Ronda 2018

fuente: karol.es